La gestione del rischio nella Supply Chain

La corretta gestione della Supply Chain rappresenta per le aziende uno dei primi passi da compiere per garantire l’efficienza della catena di distribuzione e assicurare continuità al business. Le strategie di Supply Chain Risk Management (SCRM), infatti, hanno come obiettivo quello di mitigare le conseguenze derivanti dall’interruzione della fornitura, conciliando i costi di prevenzione con la riduzione efficace dei rischi.

Ma cosa si intende per supply chain risk management? Con questo termine si intende la gestione dell’intero processo di approvvigionamento, in grado di ridurre l’impatto di eventuali fattori esterni che potrebbero generare ritardi nella produzione. Uno scenario geopolitico instabile, ad esempio, può determinare l'interruzione delle catene di fornitura: è necessario quindi adottare strategie che permettano di reagire a tutti quegli eventi che potrebbero rallentare i processi di approvvigionamento, produzione e distribuzione che coinvolgono le fabbriche, i fornitori, gli operatori logistici e i punti vendita.

Scopriamo insieme quali sono i principali rischi delle catene di approvvigionamento e quali azioni adottare per ridurre il loro impatto sull’azienda.

Quali sono i principali rischi nella supply chain?


I cambiamenti strutturali in atto all’interno delle aziende, come ad esempio l’internazionalizzazione e l’esternalizzazione della produzione a molteplici fornitori, comportano evidenti benefici in termini di maggiori opportunità di business e riduzione dei costi e dei prezzi applicati dalle imprese di vendita al dettaglio, ma determinano tuttavia un aumento dei rischi.
L’esternalizzazione e la globalizzazione, infatti, hanno determinato negli anni un aumento della vulnerabilità della supply chain, che può generare interruzioni inaspettate delle forniture.
Le principali aree di rischio interne ed esterne alla supply chain da monitorare per evitare l'interruzione degli approvvigionamenti sono:

  • Rischi di produzione. La possibilità che uno o più componenti non siano più disponibili per un periodo di tempo: questa eventualità genera costi extra e richiede l’adozione di interventi non programmati per supplire alla loro mancanza.

  • Eventi naturali. I disastri naturali possono incidere considerevolmente sulla gestione della supply chain, determinando costi e tempi di ripristino della produzione e della distribuzione proibitivi.

  • Scenario geopolitico. L’instabilità politica può compromettere in modo incisivo le relazioni commerciali estere, determinando una considerevole diminuzione degli scambi commerciali internazionali.

  • Normative internazionali. Le aziende che intendano districarsi tra le leggi in vigore nel mercato interno e in quelli oltreconfine devono assicurarsi che i propri fornitori operino nel completo rispetto della normativa di riferimento, relativa agli scambi commerciali e alla sostenibilità ambientale.

  • Mutamenti della struttura aziendale. Si potrebbero inoltre verificare eventi inaspettati che possono mutare sensibilmente il rapporto in essere con uno o più fornitori, come ad esempio nel caso in cui un’impresa dichiari fallimento o venga acquisita da un’altra società.

  • Variazione della domanda. Una valutazione errata della domanda e una scarsa capacità di interpretare i trend di mercato possono compromettere seriamente il business dell’azienda.


La pluralità di eventi che si potrebbero verificare consiglia l’adozione di misure ad hoc che consentano di ridurre i rischi della supply chain.

Le migliori strategie per la gestione della supply chain


La complessità della catena di approvvigionamento rende necessaria l’adozione di strategie in grado di ridurre l’esposizione dell’azienda agli eventi. Adottare delle buone prassi di supply chain risk management permette infatti di prevenire l’indisponibilità di materie prime e componenti, di applicare velocemente il piano di emergenza con cui superare le conseguenze dell’evento e di ripristinare velocemente la normale operatività.

Vediamo alcune strategie che possono migliorare la gestione della catena di fornitura e garantire la continuità della produzione.

✔ Ottimizzare il programma di produzione. Elaborare programmi che tengano conto delle regole di ottimizzazione dei processi produttivi e dei vincoli esistenti, come ad esempio quelli relativi agli impianti, alla manodopera, alle attrezzature, alle unità di stoccaggio e ai materiali. Confrontare i diversi scenari possibili permette all’impresa di definire il programma di produzione ottimale.

✔ Coordinamento di report e KPI. Adottare un processo di misurazione dei KPI coeso ed efficiente, in grado di fornire ai board aziendali informazioni dettagliate e aggiornate. L’integrazione dei sistemi permette di allineare i KPI e offre alle aziende una visione a 360° della loro salute operativa e finanziaria.

✔ Pianificazione estesa (xP&A). Con questo termine si intende un insieme di attività di previsione, pianificazione, budgeting e analisi a supporto delle principali decisioni aziendali. Questo tipo di pianificazione consente all’impresa di adattarsi rapidamente alle variazioni improvvise dei costi, di identificare piani di emergenza e finanziamenti futuri e di monitorare la solidità finanziaria dell'impresa.

✔ Analisi predittive. I moderni sistemi di analisi predittiva, analisi what-if, permettono di elaborare le informazioni relative ai diversi scenari futuri e di fare previsioni dettagliate della domanda e della produzione in grado di anticipare le conseguenze di eventi improvvisi. Le analisi predittive sui clienti, sul mercato e sullo scenario geopolitico globale identificano gli avvenimenti che potrebbero avere un alto impatto sulla produttività e sulla redditività.

✔ Gestire i picchi di domanda. I moderni sistemi di supply chain risk management consentono di gestire i picchi di domanda, trovando l’equilibrio più efficiente con le proprie politiche di inventario. È necessario preparare un inventario “just-in-case” da utilizzare al verificarsi di scenari di fornitura non previsti che potrebbero generare una perdita di fatturato.

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